“Pellegrini di speranza”
L’ISSR “Giovanni Paolo I”, in collaborazione con la Scuola di Formazione Teologica, ha promosso un Pellegrinaggio – Viaggio studio a Cipro per aprile 2025 che, però, è andato “sold out” in pochi giorni.
Considerato l’interesse nei confronti della proposta, si è pensato di offrire ai nostri studenti la possibilità di partecipare a un viaggio con programma simile organizzato dalla Diocesi di Treviso dal 17 al 23 luglio 2025, sempre con la guida biblica di don Michele Marcato.
Pertanto, con l’approvazione del Consiglio d’Istituto del 7 novembre 2025, si è deciso di offrire uno sconto di € 150,00 per un massimo di 10 studenti Ordinari/straordinari che ne facciano richiesta. Gli studenti interessati a questa agevolazione, dopo aver effettuato l’iscrizione, sono invitati a darne comunicazione alla Segreteria (segreteria@issrgp1.it ).
L’iscrizione va fatta personalmente tramite il modulo predisposto dalla diocesi di Treviso.
Di seguito le informazioni utili:
“Riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati” (At 13,2) Il Giubileo del 2025 farà convergere a Roma milioni di persone da tutto il mondo, in un movimento centripeto che ci si augura possa essere seguito da un nuovo slancio missionario, capace di portare agli uomini e alle donne di ogni parte del mondo un messaggio antico e sempre nuovo perché straordinariamente attuale: “la speranza poi non delude” (Rm 5,5), come sottolinea papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo Ordinario del 2025.
Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La Parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni (Spes non Confundit, 1).
Il contesto mondiale, in effetti, desta forti preoccupazioni, non solo a motivo dei diversi fronti di un conflitto che Papa Francesco aveva già definito nel 2014 “terza guerra mondiale a pezzi”, ma anche a causa di una più ampia conflittualità che coinvolge spesso anche il tessuto delle nostre comunità cristiane e delle nostre famiglie. In tale contesto, andare alle “origini” della fede e della missione cristiana può aiutarci a radicare la nostra vita personale e quella delle nostre chiese sull’essenziale, favorendo un concreto ascolto dello Spirito Santo, che non si lascia certo spaventare dalle varie “tribolazioni” nelle quali l’umanità si trova, a volte anche a causa delle proprie scelte sbagliate. Il passaggio della Lettera ai Romani scelto per accompagnare il Giubileo del 2025, infatti, si inserisce in un contesto che merita di essere ampiamente ripreso.
Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5,2-5).
Durante il nostro pellegrinaggio ci sarà modo di approfondire questa tematica, leggendo alcuni passi delle lettere dell’Apostolo Paolo, ma soprattutto a partire dalla “geografia” e dalla “storia” ricostruita dall’evangelista Luca negli Atti degli Apostoli: potremo ripercorrere, infatti, alcune tappe della “prima missione ufficiale” della Chiesa:
C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: “Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati”. Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono. Essi, dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. (At 13,2-4)