Santa Bertilla: le celebrazioni del 20 e 22 ottobre a Treviso aprono il centenario

“È la santità, semplice, quotidiana e accessibile a tutti, il messaggio più bello che Bertilla ci rivolge anche oggi”: suor Maria Teresa Peña, superiora generale delle Suore Maestre di S. Dorotea Figlie dei Sacri Cuori scrive così parlando di santa Bertilla Boscardin, in una lettera aperta nella quale annuncia l’apertura del centenario della morte della giovane suora infermiera, che visse la propria testimonianza in modo particolare all’ospedale di Treviso.

Un’occasione, il centenario, da vivere come “evento di Chiesa che evangelizza” – ricorda suor Maria Teresa -, che ha incontrato, per condividere il programma del centenario, i vescovi di Treviso, Michele Tomasi, e di Vicenza, Beniamino Pizziol, i pastori delle diocesi dove Bertilla è nata, è vissuta ed è partita per il cielo cento anni fa.

Quello di Bertilla è un invito “a non rimandare la risposta alla chiamata fondamentale che Dio fa alla nostra vita”. “Voglio farmi santa” ella ripeteva nel suo Diario. “Non si sentiva per nulla speciale, viveva “il piacere spirituale di essere popolo” direbbe papa Francesco. Si sentiva parte della comune umanità segnata dalla fragilità. Lei, tessitrice di relazioni semplici, concrete, piene di vita, in famiglia, in comunità, in corsia ci dice che la santità è possibile a tutti, che l’Amore è possibile a tutti” sottolinea suor Maria Teresa. Stiamo vivendo un tempo difficile, che talvolta mette in crisi la speranza. Santa Bertilla, vissuta a cavallo della prima guerra mondiale, “ci sollecita a guardare non tanto alle difficoltà, ma ai volti di chi incontriamo. Il malato, il povero, lo scarto della società, erano il suo punto di partenza. Non ha vissuto un cristianesimo a distanza (EG n. 270); vera samaritana, si faceva carico del bisogno che incontrava in uno slancio di solidarietà che generava vicinanza e fraternità”. Continua a leggere..