I venerdì della cultura – L’identità veneta XXI secolo – 18 dicembre 2020

Ulderico Bernardi, Professore ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, sarà l’ospite del prossimo appuntamento con i Venerdì della cultura, che concluderà la serie di incontri programmati nel 2020.

Il tema della serata sarà: “L’identità veneta”.

Nel pieno rispetto delle disposizioni di contenimento del Covid, la conferenza sarà in diretta streaming, collegandosi alla pagina Facebook della Fondazione Cassamarca e sarà possibile poi rivederla sul canale YouTube di Fondazione Cassamarca accedendo direttamente dal sito: www.fondazionecassamarca.it.

L’appuntamento è alle ore 18.00.

Il progetto è sostenuto dalla società Carlo Alberto Srl.

 

Ricordiamo anche che il ciclo di conferenze del 2020 si conclude con questo incontro per riprendere, a partire dal 15 gennaio 2021, con una nuova serie di appuntamenti.

 

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Ulderico Bernardi

 

Nato a Oderzo nel 1937, risiede a Treviso da un quarantennio con la moglie Adriana e figli Ludovica, Serena e Arrigo. E’ professore ordinario di Sociologia dei processi culturali nell’Università di Venezia – Ca’ Foscari. E’ laureato in Economia e Commercio a Ca’ Foscari e in Sociologia nell’Università di Trento.

Ha insegnato anche nelle Università di Bergamo, Trieste e in Atenei degli Stati Uniti d’America, San Paolo del Brasile, Buenos Aires.

Oltre all’attività accademica, ha ricoperto importanti incarichi culturali ministeriali nella Presidenza del Consiglio dei Ministri, per dieci anni nel Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia e per un ventennio nei Consigli di Amministrazione della Fondazione Cassamarca, di cui è stato vice presidente. Per oltre un decennio è stato coordinatore della Collana di Studi e Ricerche sulla cultura popolare veneta d’intesa tra la Fondazione Giorgio Cini e la Giunta Regionale del Veneto. Molto esteso il numero delle pubblicazioni che ha dato alla stampa. Per un curriculum completo e una bibliografia si rivia anche al sito www.uldericobernardi.it.

 

Abstract

 

Nel 50° dell’istituzione dello Statuto Regionale Veneto (1970 – 2020) il Consiglio Regionale Veneto ha voluto pubblicare un volume (in due tomi) contenete riflessioni sulla storia della regione di alcuni specialisti della materia.

Tra questi il contributo di Ulderico Bernardi dal titolo Identità veneta, di cui oggi si parla.

Il poeta Andrea Zanzotto, in un verso memorabile: Vecio parlar che tu à nte’l savor un s’cip de lat de la Eva attribuisce al dialetto la voce dell’identità primigenia dove tutto ha origine. Una storia plurimillenaria, ciascuno con la sua cadenza. Dal veronese Berto Barbarani al trevigiano Calzavara, dal vicentino Bandini ai mille poeti veneziani, al bellunese Gianni Secco.

L’accumulazione di conoscenza che chiamiamo cultura, insieme di esperienze, di simboli, di riti, di miti, di beni materiali e immateriali acquista una specificità nelle forme delle culture locali, dove ciascuna comunità cerca di soddisfare con le risorse locali i bisogni universali. La grande svolta del capitalismo popolare a metà del Novecento, basato sulla famiglia imprenditrice poi evoluta nelle dimensioni, ha avuto l’opportunità di sviluppare la ricchezza collettiva mantenendo la coesione solidale grazie alla condivisione dello spirito religioso e della continuità della tradizione che ha avuto nella Repubblica di San Marco un collante di civiltà che ha lasciato i suoi segni dal Garda alle isole egee.

Un’identità composita che per più secoli ha significato tolleranza con l’altro e che solo le guerre e l’odio etnico hanno spezzato. Lo spirito di comunità, inteso come armonia delle intelligenze e consenso delle volontà ha sostenuto la volontà di autonomia di questo popolo.

Un complesso di valori che oggi ancora conferma il principio del far da sé e di agire in termini solidali. Antidoto allo sradicamento e conferma del desiderio comunitario di stabilità. La persistenza dei valori essenziali dell’identità veneta si concilia con l’aspirazione ai mutamenti nel nome della continuità e della pace.

Il multiculturalismo accettato come valore è la premessa a un mondo pacifico, fondato sul libero scambio di persone e di valori. “Chi scambia cambia” è ormai un principio universale, condizione perché l’identità veneta venga di continuo arricchita. Orgogliosi della propria identità per aprirsi all’altro.