Care amiche e cari amici,
“E vidi un nuovo cielo e una nuova terra” (Ap 21,1) è il titolo che abbiamo scelto per la 18ª edizione di Festival Biblico. È un versetto tratto dall’Apocalisse, il libro che farà quest’anno da filo conduttore agli incontri e agli eventi del Festival: gli appuntamenti dal vivo che dal 5 al 29 maggio torneranno nelle città e nelle province delle Diocesi aderenti al progetto – Vicenza, Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso – il fine settimana di Festival Biblico in villeggiatura il 18 e 19 giugno, e, nella seconda metà del mese di ottobre, il nuovo format della Scuola del pensare. Apocalisse è il libro con cui si chiude la Bibbia, uno scritto a tratti enigmatico, ricco di simboli e per questo di complessa interpretazione, ma anche colmo di speranza e di fiducia. Un libro di profezia, che porta con sé l’annuncio del significato della storia e apre a una visione sul futuro pur restando ben radicato nel presente, e di rivelazione – questo significa, infatti, il termine άποκάλυψις, apokálypsis, in greco – ponendo Gesù, il Crocifisso-Risorto, come chiave di lettura dell’intera vicenda umana e del mondo. Quest’anno il Festival Biblico sarà, quindi, occasione sia per accostare il testo dell’Apocalisse e indagarne alcuni degli aspetti più salienti, sia per approfondire alcune questioni che segnano il nostro tempo e che questo libro ispira: quale può essere un nuovo senso del presente e del futuro? Stiamo già abitando il tempo nuovo? Come assumere il “mistero” in quanto parte integrante della vita umana che sfugge a ogni categorizzazione? Come interpretare la tensione costante tra bene e male? La vittoria dell’Agnello: la mitezza può davvero avere la meglio sulla forza, l’arroganza, le ideologie? Quattro saranno le prospettive principali attraverso le quali si articolerà la nostra riflessione: biblico-esegetica, con una serie di appuntamenti che ci permetteranno di conoscere il testo di Apocalisse, antropologica-filosofica, per riflettere sul senso e le dimensioni del tempo, geopolitica, concentrandoci sull’oggi e sul richiamo che Apocalisse è a imparare a leggere e vivere ogni tempo presente, linguistica e del pensiero critico, entrambe strettamente connesse a concetti chiave del nostro vivere, come libertà, scelta, coerenza e responsabilità. Il percorso del Festival sarà occasione per capire come Apocalisse non sia un libro per profeti di sventura, che annuncia catastrofi o sconvolgimenti, ma sia al contrario rivelazione della meraviglia e dello stupore di fronte al mondo, alla realtà che emerge nella vita di ciascuno perché sia custodita e protetta. In questo senso recuperare uno sguardo contemplativo sulla vita e sul destino positivo di tutta la storia, tra le acque tumultuose della malattia, dell’ingiustizia e della morte, è il principio che permette di agire per il benessere dell’umanità resistendo, con lo sguardo in avanti, alla tentazione di cadere nell’indifferenza o nella rassegnazione. Pensiamo, insomma, che Apocalisse sia un libro che offre delle chiavi interpretative per decifrare questo presente ambivalente, con coraggio, senso di responsabilità e con uno sguardo di speranza. A presto!- ISTITUTO
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