In memoria di Maria Caretta, nipote di don Giuseppe Caretta, è istituita una borsa di studio per sostenere una ricerca sulla figura di questo significativo rappresentante del clero trevigiano: sarà destinata a uno studente che intenda svolgere l’elaborato per l’esame di Laurea Magistrale su uno dei temi di ricerca di don Caretta, oppure sul materiale inedito da lui prodotto.
Destinatari
Studenti dell’ISSR Giovanni Paolo I frequentanti il corso di Laurea Magistrale in Scienze Religiose. La borsa di studio sarà di € 2.000,00.
Aree di ricerca
Il profilo tracciato da Mons. Giuseppe Rizzo, riportato in calce, offre alcune indicazioni sui temi di interesse che hanno caratterizzato la ricerca e il ministero di Caretta. Agli studenti interessati verranno comunicate dalla Direzione le informazioni necessarie per accedere all’abbondante materiale disponibile presso la Biblioteca Comunale di Castelfranco Veneto, che raccoglie tutto il suo archivio e il materiale bibliografico.
Criteri di assegnazione e tempi
La commissione per l’approvazione degli schemi per le tesi di Laurea Magistrale valuterà se il titolo della tesi rientra tra le aree di assegnazione della borsa di studio, che sarà attribuita solo con una valutazione finale della Tesi non inferiore a 28/30.
Si propone la borsa di studio a partire dall’anno accademico 2021-2022 e fino al 2023-2024 (ultima sessione utile, marzo 2025). Lo studente che intendesse concorrere dovrà presentare lo schema della tesi Magistrale per la debita approvazione entro le scadenze previste nel calendario accademico.
Don Giuseppe Caretta: suggerimenti per la ricerca
Accingendomi a onorare l’impegno di offrire un contributo che motivi e illumini l’intenzione di costituire, presso l’ISSR “Giovanni Paolo I”, delle “Borse di studio” dedicate alla memoria di don Giuseppe Caretta, presbitero diocesano e docente del Seminario vescovile, ho cominciato con la rilettura di quello che scrivevo il 29 giugno 2014, come presentazione e prefazione del volume che il prof. Giuliano Simionato ha dedicato proprio a don Giuseppe Caretta[1]. Mi pare che non potrei dire niente di diverso.
Eppure, attingendo ancora ai ricordi e alle discussioni che i suoi interventi provocavano fra noi studenti di teologia, soprattutto fra coloro che erano più attenti al tempo che stavamo vivendo, tra il 1960 e il 1965 – che furono gli anni del Concilio preparato e celebrato – mi pare di poter aggiungere qualche altro elemento, intendendo i suggerimenti, addirittura le vere e proprie provocazioni, e talora le luminose profezie che abbiamo attinto da lui e che potrebbero diventare vie percorribili da eventuali ricerche dei laureandi dell’ISSR sul materiale del suo sconfinato archivio personale.
A questo fine mi permetto di avanzare alcuni spunti di eventuali percorsi di ricerca:
- La presenza adulta dei laici nella Chiesa.
Un confronto tra le esperienze, le prospettive, le speranze pre/post conciliari e l’attuale situazione di debolezza del laicato cattolico associato. Don Caretta si era mosso soprattutto nell’ambito della presenza sociale e politica dei cattolici, contribuendo alla stesura di strumenti e percorsi formativi, con la sua piccata sensibilità per la “spiritualità” laicale, maturata anche nel confronto con don Dossetti.
- Il rapporto tra azione pastorale e apostolato.
Oggi “pastorale” è un termine pervasivo: lo si applica a tutto e a tutti. Sembra che si sia giunti alla convinzione che tutti debbano fare tutto e si è finito per chiamare “pastorale” tutto ciò che viene fatto in parrocchia o che ha riferimento alla diocesi, al Vescovo, a programmi e piani che vengono dettati dall’alto. La “pastorale” è centripeta: tende a unificare e, forse, a uniformare tutto l’agire dei cristiani.
“Apostolato” invece fa riferimento più direttamente alla soggettività dei cristiani, singoli e associati, che rischiano in proprio, che si compromettono nelle situazioni anche di frontiera. Nelle sue lezioni don Caretta ci illuminava con profondità la prospettiva della “animazione del mondo”, come esemplarmente descritta nella “Lettera a Diogneto”, da lui commentatissima nelle lezioni di Patrologia, come un filo d’oro che attraversa i secoli della storia cristiana. In questo contesto “apostolato” richiama “animazione” degli ambienti di vita delle persone, suggerisce la testimonianza dei singoli anche negli odierni ambienti impossibili.
- Una spiritualità per il XXI secolo.
Nelle lezioni di teologia spirituale – purtroppo facilmente ritenuta da noi, e dallo schema degli studi seminaristici, disciplina complementare, con l’aggravante di una concomitante inesistente teologia della liturgia patita nei nostri anni – don Caretta portava una sensibilità biblico/patristica di primordine, sobria e documentata. Egli aveva scritto più volte di spiritualità, sollecitato dall’Azione Cattolica diocesana, e spesso anche per la cura che si era preso dei laici impegnati nell’apostolato. Noi abbiamo conosciuto Lazzati, e il suo Istituto secolare di azione e perfezione spirituale, attraverso don Caretta che era in contatto con il grande docente e rettore della Cattolica, uno dei maggiori esponenti della stagione spirituale che ha preceduto e nutrito il Concilio Vaticano II.
- La formazione dei presbiteri suggerita dalla stagione conciliare.
La formazione è, di natura sua, una sintesi: il punto di arrivo di scelte e di dialettiche che si confrontano con l’oggettività della situazione in cui dovrà operare il futuro presbitero, al quale va fornito tutto il patrimonio della teologia, del magistero e della tradizione, insieme con l’attitudine alla ricerca e alla continua verifica del proprio agire. Nelle sue lezioni di Teologia pastorale don Giuseppe mostrava, a volte in maniera impietosa, l’inadeguatezza dell’azione pastorale la quale era in ritardo sulla realtà e si era rifugiata nel “fare”, patente impoverimento della nozione di “azione pastorale”. Il fare, a sua volta, ha propiziato il “tuttofare”, senza gerarchia di valori, senza verifiche, senza dover rispondere a nessuno: il clericalismo pastorale bello e buono!
Reperimento fondi ulteriori
Se altri donatori volessero contribuire alla ricerca, finanziando ulteriori borse di studio sul medesimo argomento, è possibile fare un’offerta nella forma del bonifico bancario a:
Fondazione OMC- Collegio Pio X
IT 74 B030 6912 0401 0000 0004 354
Come causale si indichi:
“Erogazione liberale aumento dell’offerta formativa Progetto Caretta”
La Fondazione emetterà una certificazione per l’erogazione liberale ricevuta. Si raccomanda di inviare ricevuta del bonifico effettuato, per conoscenza, a direttore@issrgp1.it
[1] G. Simionato, Don Giuseppe Caretta. Un prete nel segno del Concilio, Castelfranco Veneto 2014.